Carnevale di Satriano di Lucania
Dal 2013 l’associazione Al Parco organizza il Carnevale di Satriano di Lucania. Ogni anno la tradizione continua a rinnovarsi e la domenica prima del martedì grasso Satriano di Lucania diventa verde grazie all’invasione pacifica di 131 Rumita, uno per ogni paese della Basilicata, che prenderanno parte alla Foresta che cammina.
La tradizione del Rumita
Il Rumita (eremita) è un uomo vegetale, albero vagante, maschera silente che l’ultima domenica prima del martedì grasso gira tra le strade del paese strusciando il fruscio (un bastone con all’apice un ramo di pungitopo) sulle porte delle case.
È il suo modo di bussare. Chi riceve la visita del Rumit rispetta il suo silenzio e in cambio di un buon auspicio dona qualcosa (fino a qualche anno fa generi alimentari, ora pochi spicci).
Nel corso dei decenni le interpretazioni che le varie generazioni hanno dato a questa figura misteriosa sono cambiate. I giovani satrianesi hanno intenzione di utilizzare il Rumita per lanciare un messaggio ecologista universale che è un rovesciamento dei valori, una rivoluzione copernicana: ristabilire un rapporto antico con la Terra per rispettare gli uomini e le donne che la abiteranno in futuro. I
l Carnevale di Satriano è un evento green: dal 2013 sono boicottati i bicchieri monouso, il materiale promozionale è stampato su carta a marchio FSC, è prestata massima attenzione alla raccolta differenziata, i bar e i locali interessati dalla sfilata nei giorni del carnevale hanno a disposizione bicchieri biodegradabili.
Sono utilizzati prodotti di stagione, a filiera corta e a km zero.
UNA TRADIZIONE IN TRANSIZIONE
I guerrieri ecologici, anonimi e completamente ricoperti di edera, ogni domenica prima del martedì grasso invaderanno le strade di Satriano per dire a tutti che è necessario ristabilire un rapporto antico con la Terra per conservare le condizioni climatiche ideali adatte alla sopravvivenza delle generazioni future.
Il Carnevale di Satriano è stato inserito come buona pratica nel modello di sostenibilità degli eventi di Aarhus, capitale europea della cultura 2017.
Tra maggio e giugno del 2018 infatti il Rumita di Satriano ha attraversato in bici elettrica tutta l’Europa per rappresentare Matera 2019 al festival della sostenibilità di Samso, in Danimarca.
DIVENTA RUMITA PER UN GIORNO
È possibile prendere parte alla Foresta che cammina del Carnevale di Satriano e farsi portavoce del messaggio ecologista. Per ristabilire un rapporto antico con la Terra.
LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE È LA RIVOLUZIONE DELLA NOSTRA GENERAZIONE
Al Carnevale di Satriano è possibile indossare la maschera tradizionale del Rumita, l’uomo albero della Basilicata.
Il Rumita è una figura misteriosa, un’anima silente, è lo spirito del Bosco che per una volta all’anno diventa persona e invade le strade del paese per lanciare un messaggio ecologista!
IL CINEMA DIVENTA TRADIZIONE
Dal 2014 l’associazione Al Parco, prendendo spunto dalla cine-installazione “Alberi” di Michelangelo Frammartino presentata al MoMA di New York, organizza una Foresta che cammina composta da 131 uomini albero, simbolicamente uno per ogni paese della Basilicata.
Le maschere e la loro composizione
La tradizione del Rumita
Il Rumita (eremita) è un uomo vegetale completamente ricoperto da foglie di edera, albero vagante, maschera silente che l’ultima domenica prima del martedì grasso gira tra le strade del paese strusciando il fruscio (un bastone con all’apice un ramo di pungitopo) sulle porte delle case. È il suo modo di bussare. Chi riceve la visita del Rumit rispetta il suo silenzio e in cambio di un buon auspicio dona qualcosa (fino a qualche anno fa generi alimentari, ora pochi spicci). Nel corso dei decenni le interpretazioni che le varie generazioni hanno dato a questa figura misteriosa sono cambiate. Chi l’ha visto prima della seconda guerra mondiale racconta che “u rumita” era uno spirito francescano, un eremita appunto, una persona che viveva ai margini del paese e che dopo un inverno rigido usciva dai boschi per fare la carità. In seguito, le vicende dell’emigrazione hanno accostato questa figura al satrianese che non ha avuto né la voglia né la possibilità di lasciare la Basilicata e che rimasto in una situazione di assoluta indigenza girava per le strade del paese e delle contrade, vestito di edera per rimanere anonimo, alla ricerca di qualcosa da mangiare per affrontare con forza e vigore la primavera. Ora c’è la nuova interpretazione. I giovani satrianesi hanno intenzione di utilizzare il Rumita per lanciare un messaggio ecologista universale che è un rovesciamento dei valori, una rivoluzione copernicana: ristabilire un rapporto antico con la Terra per rispettare gli uomini e le donne che la abiteranno in futuro.
L’Urs (orso)
Anche l’interpretazione e la simbologia sull’Urs è cambiata nel corso degli anni. La maschera dell’Urs veniva utilizzata per vendicarsi di un torto subito. Il giorno del Carnevale indossate le pelli e divenuto anonimo, il satrianese poteva restituire un torto subito e in questo modo risolvere i conflitti sociali. Nel secondo dopoguerra, come per il Rumit, la figura è stata associata al fenomeno dell’emigrazione e secondo questa interpretazione rappresenterebbe l’emigrante satrianese di ritorno che arricchitosi all’estero si vestiva di pelli di pecora o capra, in contrapposizione al Rumit, il satrianese rimasto nella sua terra, che si vestiva di sole foglie, e in maniera spavalda e senza ritegno girava tra le case del paese entrando di forza e comportandosi da padrone delle cose altrui. Negli ultimi anni girano tra le strade del paese più Urs insieme, non uno solo, capitanati da un pastore capo orso.
Il capo orso
Come detto la tradizione è in continua evoluzione. Negli ultimi anni una nuova maschera è diventata centrale nel Carnevale di Satriano: si tratta del pastore capo orso, un personaggio che tiene le redini di tutti gli orsi e li conduce in giro per le strade del paese.
La Quaresima
La Quaresima è una donna vestita di nero con una smorfia rossa disegnata dalla bocca fino alle sguance. È interpretata anche da maschi. Con una bella filastrocca piange la fine del Carnevale imminente e porta in testa una culla dove, dicono le quaresime, all’interno c’è un nascituro concepito durante il periodo di Carnevale e di cui non si conosce il padre.
Carri ecologici e gruppi a tema
Il sabato prende vita il carnevale allegorico con i carri ecologici non motorizzati e gruppi a tema che sfilano insieme alle maschere tradizionali.
Le follette
Da quando è stata introdotta la Foresta che cammina, abbiamo sempre invitato i nostri ospiti a partecipare attivamente travestendosi da abitanti del bosco. È così che sono nate le follette, la maschera più recente!
I musicisti spontanei
Durante i giorni di carnevale le strade di Satriano sono invase da musicisti spontanei che accompagnano le maschere e partecipano alle sfilate suonando musica tradizionale.
La compagnia della Varroccia
Con i cavalli e i carri della Compagnia della Varroccia di Pignola viene trasportato in maniera ecologico il vino durante le sfilate.
Periodo di svolgimento della manifestazione
Costruzione dei Rumita a partire dal 7 Gennaio, tutti i giorni.
Manifestazione conclusiva: ultimo sabato e domenica prima del martedì grasso
Rif. Organizzatore
Associazione Al Parco Onlus
vico Casale Vecchio, 9 85050, Satriano di Lucania (PZ)
associazionealparco@gmail.com carnevaledisatriano@gmail.com
www.carnevaledisatriano.it
FB: Carnevaledisatriano
IG: Carnevaledisatriano

Satriano di Lucania
Satriano di Lucania è un comune di 2.292 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata. Il paese si sviluppa sulle pendici e le faldi di tre rocce: il Castello, il Piesco e la Madonna della Rocca che sovrastano le rive del fiume Melandro. Il centro abitato di Satriano si trova nell’Appennino Meridionale, nella valle del Melandro.
Il paese ricade nel territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, nella cui cornice si trova il Bosco Ralle, uno spazio che si presta ad entusiasmanti escursioni negli ampi spazi all’aperto tra gigantesche piante di faggio e altre specie vegetali. Nel territorio di Satriano, inoltre, è possibile trovare le note “falesie” lucane”, consistenti in una roccia prevalentemente calcarea immersa in una natura selvaggia incontaminata, per arrampicate sportive entusiasmanti, grazie alla presenza di pareti verticali, di piccola e media difficoltà.
Il borgo è noto per essere il paese dei murales, realizzati da diversi artisti e che si trovano sulle facciate del centro storico e del corso principale. Se ne contano circa 150 che ritraggono vari temi: antichi mestieri, credenze magiche, tradizioni e momenti di vita del pittore De Gregorio. Queste installazioni pittoriche hanno contribuito a rendere Satriano uno dei borghi più artistici d’Italia.

Storia
Satriano di Lucania in epoca medievale era noto come “Pietrafixa” che divenne in seguito Pietrafesa. Nel 1887, l’amministrazione comunale deliberò il cambio del toponimo in Satriano, antica città lucana i cui ruderi sono situati poco distante, per rinsaldarne i legami storici. Fu aggiunto inoltre “Di Lucania”, per distinguerla da comuni omonimi a seguito dell’Unità d’Italia.
L’insediamento dell’antica Satrianum, le cui rovine sono ancora visibili tra l’altura occupata dalla Torre e le sue pendici, risale all’Età del Bronzo con una continuità di occupazione del sito che arriva fino al basso Medioevo. Nel XII secolo, quando l’antica Satrianum sorgeva sulla sommità del pianoro e delle sue pendici, si attesta una fase di grande importanza del sito, collegabile verosimilmente alla presenza di una prestigiosa sede vescovile.
Il cittadino più illustre dell’antica Pietrafesa è il pittore Giovanni De Gregorio che operò in Basilicata e nel Cilento nella prima metà del 1600 e fu il massimo esponente del manierismo lucano.

Patrimonio Culturale
Satriano oltre ad ospitare il museo a cielo aperto dei Murales, presenta altre innumerevoli attrazioni artistiche e culturale.
All’interno della Rocca Duca di Poggiardo è presente Il “Palco dei Colori”, un museo multimediale legato alla vita e all’opera di Giovanni De Gregorio che ne ricostruisce il percorso artistico attraverso la digitalizzazione in alta risoluzione di tutte le sue opere.
Presso lo splendido Palazzo Loreti si possono visitare il Museo della Civiltà Contadina e il Museo Archeologico Satriano Antica. Interessanti anche gli edifici sacri che custodiscono pregevoli opere artistiche, tra le quali spiccano gli affreschi del Pietrafesa.
Il borgo con i suoi suggestivi vicoletti su cui insistono palazzi gentilizi sei settecenteschi, si sviluppa attorno alla chiesa madre dedicata a San Pietro Apostolo, ricostruita negli anni Cinquanta sull’originaria chiesa seicentesca, di cui si può ammirare l’imponente campanile. Interessante è anche la chiesa dell’Assunta, il cui nucleo originario risale al XII-XIII secolo.
Da non perdere sono poi la quattrocentesca cappella della Madonna della Rocca, ricavata proprio nella roccia, e la cinquecentesca cappella di San Giovanni, con all’interno un affresco di Giovanni De Gregorio.
Enogastronomia
La cucina tipica di Satriano si colloca all’interno della tradizione lucana, basata su un’economia prettamente rurale, una cucina genuina e saporita impreziosita da prodotti locali. Tra i primi piatti tipici troviamo i cavatelli, le orecchiette e i fusilli, tutti rigorosamente fatti a mano e accompagnati da un sugo di salsicce locali e una grattata di ricotta salata, primo piatti tipici sono anche le tagliatelle “la’aned” con fagioli o ceci, e la minestra di cavoli con l’osso di prosciutto.
La specialità di Satriano di Lucania è il coniglio ripieno, “lepr chin”. Tipici sono anche gli insaccati e i prodotti caseari (caciocavallo, provolone, toma, ricotta fresca e salata).
Particolarmente apprezzate sono la frittata con i “lampascioni” e la frittata con asparagi selvatici, prodotti naturali locali raccolti tradizionalmente nei campi.
Molto diffuso è l’utilizzo di peperoni e peperoncini ed in particolare dei famosi “peperoni cruschi”, peperoni secchi da saltare in padella. I peperoni vengono anche conservati nell’aceto, per poi venire preparati con un ripieno di mollica, aglio e acciughe.
Imperdibili sono poi i fagioli con le patate e il baccalà e le “patat hrell”, patate bollite e condite con olio o lardo, aglio e peperoncino.

